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    lunedì 22 ottobre 2012

    IL POTERE


    Mi sono deciso a meditare su cosa sia il potere, e ho trovato spunti interessanti di riflessione oltre che in Nieztsche, in Max Weber e Thomas Hobbes (credo sia interessante dare un occhio a le loro idee fosse in un qualche riassunto stringato da bigino o in wikipedia.
    Il tema è ovviamente vastissimo e cade nel ambito sociologico e psicologico, passando per il diritto, ma non solo questo ovviamente.
    A volte credo non avessero tutti i torti le scritture vediche ad appellarsi alle classi sociali, anche se una visione troppo ristrettiva mi sembra eccessiva, ma in fondo è come le cose succedono e si il potere politico ed economico sono senza dubbio quelli con maggior peso nella nostra società.

    Il potere carismatico e di convincimento sono senza dubbio fondamentale però un certo fattore di coercizione ed anche violenza, legittimata, è sempre presente. Abbiamo quindi uno stato, faccio una super sintesi, che serve per evitare un vita di eterna lotta e conflitto, e seguendo certe direttive, di poter godere di certi vantaggi e servizi. (È un grossolano riassunto).
    Ora miei riflessioni. Alla luce di ciò e di come nelle repubbliche moderne una sorta di sistema oligarchico esista e sia legato alla appartenenza a certi gruppi, cosa che spesso implica anche essere nati in certe famiglie oltre ad avere certe attitudini e propensioni sia di preparazione tecnico accademica che di carisma, e questo esclude da certi ruoli la maggioranza. Un sistema di voti come sappiamo può solo far scegliere qualcuno da un gruppo che già esiste, ed entrar in quel gruppo non è per nulla facile e se ci si riuscisse probabilmente si seguirebbero le stesse direttive del gruppo stesso ed i suoi interessi.
    Credo nella divergenza tra classe dirigente e diciamo popolo per definire chi non è in questo gruppo. In un modo o nel altro abbiamo bisogno di un governo e di un sistema sociale, per questo non si manda tutto a rotoli. Una vita da cavernicoli implicherebbe un grado di maggior violenza in ogni atto della nostra vita. Se già in un sistema organizzato l'essere umano mostra di sviluppare maggiormente la sua parte bruta e violenta non oso immaginare senza schemi come si comporterebbe. Per me la cultura ed il sapere dovrebbero essere il fondamento della nostra civiltà, in fondo è ciò che più ci differenzia dagli altri animali ed a volte è quello che sembra mancarci maggiormente e questo sarebbe per me importante ed utile a prescindere dell'ordine sociale stabilito. Rifiutare la gerarchia sociale implica uscire dagli schemi con tutte le conseguenze, tra le quali essere illegali e senza diritti. è una scelta da considerare e del resto imporre un modello che sconvolga tutto potrebbe funzionare solo se imposto con la forza, con la persuasione e con il consenso di tutti. Ma sarebbe davvero tale modello più funzionale? Davvero seguirebbe le giuste aspettative? E di chi? Di quanti?
    E con quale diritto? Ritorniamo al tema del diritto.
    Per me una anarchia di persone sagge ed illuminate che sappiano ciascuno che limite porsi e che si impegnino per il bene collettivo sarebbe perfetta, ma è utopica, in seno stesso al postulato della complessità e diversità di ogni cosa e persona. Ad ogni modo se le persone fosse saggie ed illuminate qualsiasi forma di governo potrebbe essere buona o sicuramente si sceglierebbe la più funzionale.
    Credo che l'essere umano in fondo cerci di vivere felice, di realizzarsi, di sentirsi bene e credo che questo valga in generale per tutti; ovviamente il come fa' la differenze ed anche con quali mezzi. Credo che a volte certe conoscenze rendano la vita più infelice invece che migliore così come certe illusioni servano per poter continuare ad esistere, e chi esercita un potere lo sa' e lo applica con queste modalità. Se si accetta  il sistema sociale l'interesse della classe è di mantenere il sistema e dare questo tipo di stabilità, il problema per me è che a volte questi interessi sono a discapito di un interesse collettivo che non sia più che simbolico. Tutto diventa sopravvivenza del sistema stesso non importa che i più deboli ne sono il nutrimento, anzi in natura sempre è così e l'essere umano non si differenza di molto dagli altri animali. Quello da chiarirsi è se accettiamo questo, e perché e se no cosa siamo disposti a fare, cosa possiamo fare ed in che modo.

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