Ma davvero sò di non sapere, sono cosciente di questo e di tutto ciò che significa, o solo ripeto in stato zombi? Meglio ancora sò perchè sono, sento in ogni senso, o solo recupero ed espando un certo tipo di elaborazione mantale?
E ciò che realmente sento e comprendo è uno stato non l'essere come tale in se stesso?
Sò e sento di essere limitato? Limitato da me stesso, ma anche dai miei strumenti? Vedo che il limite è un mezzo per andare oltre, fino al infinito?
Ed anche lí non esiste nul altro che l'essere?
A volte vedo la mente che lotta per recuperare un tal stato, ma è un inganno anche se a volte funziona perchè spinge la coscienza di essere, cosciente di se stessa, ma basterebbe solo vedere per essere sempre, e sempre vediamo ma ci perdiamo nel fluire del processo. È come quando in un incontro affettivo, passiamo tutto il tempo non lì, ma a parlare ed arrabbiati perchè siamo arrivati in ritardo 'per colpa' di un chiodo che ha bucato il pneumatico dell'automobile... già è passato, già non è, già ci ruba l'essere lì in quel momento.
A volte ero convinto della correttezza di un mio ragionamento riguardo ad un fatto, ma i presupposti che avevo o le informazioni erano errate, quindi anche le conclusioni. A volte ho anche comesso errori di logica. La conoscenza è essa stessa qualcosa in continua formazione, cambio. L'unica vera certezza, forse (ahahhaah), è di esistere e di essere. Se anche fossi 'solo' un inganno della mente, sempre sono, un inganno, ma sono. Tutto questo di vuoto e mancanza di certezze può lasciare spaventati, con vertigi, ma è anche questo uno stato, poi sempre giunge quella grande serenità.
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