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    domenica 26 gennaio 2014

    Il Cuore Spirituale

    Spesso si sente parlare del importanza del Cuore o del Cuore Spirituale, ma cosa s'intende?
    Inizio a segnalare un mio errore interpretativo... consideravo che l'ascesa di kundalini nel sahasrara, qualsiasi cosa possa significare, detta in altre parole l'esperienza mistica estatica, fosse la realizzazione.
    Ma non è così, non del tutto. Ci vuole stabilità e questo è il punto cruciale e solo nel Cuore può avvenire.

    Notiamo che in molte culture il cuore è la sede dell'Anima. Il Cuore è la sede e sorgente stessa della vita. Il Cuore è il centro, e centro segna stabilità ed equilibrio. Nella cultura indiana si parla di un Cuore Spirituale, differente dal fisico, posto alla sinistra del cuore anatomico. Per me sono solo indicazioni, indizi di qualcosa ma a volte si cade poi nel dare troppo peso a certe indicazioni ed affogare nei dettagli, o di speculare e creare sistemi meditativi vari dall'esperienza di altri. L'esperienza di altri serve come guida, indicazione. È come interpretare un brano musicale di un eccellente compositore: serve per imparare. Poi nasceranno le proprie varianti, che solo orecchio e cuore fine possono cogliere. I vari metodi, tecniche, sono e sempre saranno tali... un giorno arriva la necessità di personalizzarli, dato che le personalità umane sono simili ma differenti, così le tecniche sono simili ma funzionano meglio per qualcuno in un certo modo invece che un'altro. Il Cuore è dove ogni cosa risiede, è da dove la vita stessa individuale nasce in qualche modo e quindi lì c'è la connessione con l'universalità. Forse per la sua natura 'altra' si indica sia a sinistra, ma è solo un'ipotesi la mia.

    Cuore è anche amore e compassione che sono i leganti dell'umanità. Se non c'è unione non c'è stabilità. Tutto è sempre unito in qualche modo, nel senso che ogni cosa è parte di qualcos'altro. Credo sia un errore cadere nella ricerca del cuore spirituale con mezzi fisici, credo sia un mal interpretare il vero messaggio: il senso è  cercare in noi stessi l'universalità, di fissarsi in questo stato di beatitudine, sempre, di liberarsi delle varie limitazioni della mente (mente intesa come schemi mentali, abitudini stabilite e che restano lì, come rituali compiuti con vuotezze) attraverso la comprensione e l'amore.
    Solo attraverso l'abbandono possiamo diventare stabili, e per arrivare a questo punto è necessario sforzarsi, allenarsi, poi tutto avviene da solo, senza sforzo. Questa è la vera meta di qualsiasi cammino 'spirituale' vero. Non ci sono super poteri, energie spirituali, miracoli tipo prestigiatori, etc etc o meglio si, ma in modo differente da quello che si crede. Tutto si muove sempre dentro la natura, che è dentro il cuore, nucleo che tutto contiene.

    Edit

    Ho commesso un errore nel testo: il cuore spirituale è a destra secondo la tradizione indiana.

    2 commenti:

    1. In effetti mi sembrava strano, visto che a sinistra c'è il cuore fisico ;-) Comunque in effetti non ha molta importanza, parlando di spiritualità :-)
      Sono d'accordo con quanto hai scritto. E' vero che c'è qualcosa nel corpo, qualcosa che di legato all'anima che spesso le persone spirituali tendevano, soprattutto in passato a sminuire e che invece ha la sua importanza, ma credo anche io che la ricerca sul corpo e nel corpo sia un errore. Quello che c'è nel corpo, il legame di cui parlavo, verrà scoperto naturalmente grazie all'anima. Fare il contrario, andare alla ricerca dell'anima attraverso il corpo, può portare fuori strada.

      www.wolfghost.com

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    2. O ad ogni modo deve essere considerato per ciò che è: un mezzo, un metodo per realizzare una cerca consapevolezza e 'aiutarci' ad andare oltre a tanti limiti che ci siamo creati. In fondo cercare l'assoluto dentro o fuori è la stessa cosa, il punto è immergersi quando lo si trova e così ci si rende conto che dentro e fuori sono ancora giochi delle percezioni e quindi della mente. Cercare dentro, dovrebbe essere più naturale, almeno nell'advaita si sottolinea come il senso dell'io e dell'essere, del esistere siano il Sè stesso e la realizzazione, una volta tolte le varie "stratificazioni" (false identificazioni, quelli di essere il corpo, i pensieri, invece di essere il Sè stesso [cosa indefinibile in realtà... lol]). Grazie come sempre per i tuoi commenti :) Vero dello scoprire naturalmente, tutto il viaggio, la ricerca in fondo è una riscoperta ci ciò che siamo davvero. Il sacro graal è sempre stato lì, siamo noi non lo abbiamo riconosciuto e abbiamo dato luogo a mille e più peripezie.

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