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    giovedì 3 ottobre 2013

    COSA PORTA ALLA LIBERAZIONE?

    Beh solo con la grazia di dio, del universo, del maestro, del sè o come vogliamo chiamare la cosa si giunge alla liberazione? Liberazione da cosa? Beh da noi stessi, da tutte le strutture che abbiamo creato e non ci permettono di essere felici, liberi davvero. Il vero cambio è di prospettiva e radicale. I metodi possono essere l'autoidangine, Nisargadatta suggerisce di pulire lo specchio della mente comprendendo ciò che non siamo, resterà solo ciò che davvero siamo. Questo è il metodo del advaita. Non sono il corpo, lo
    percepisco, ne sono testimone, non posso esserlo. Non sono questo mondo, lo percepisco, lo vedo come esperienza, non lo sono. Non sono le emozioni, non sono la mente, non sono energia, non sono ...
    Ciò che resta, insperimentato è ciò che davvero sono. E ciò è anche l'inizio di tutto.
    Stare presso di un santo illuminato. Si dice che non solo gli insegnamente ma anche la presenza libera. In fondo si tende a imitare ciò che ci circonda, è quasi un processo osmotico anche se in realtà la liberazione e beatitudine è la nostra vera natura. Meditare. Concentrarci sul essere testimoni dentro di noi stessi di ciò che succede. Si pratica poi anche nell stato fuori del meditare finchè non si stabilizza un certo distacco e senso costante di connessione con il tutto e la beatitudine interiore. Ci sono poi tanti scuole differenti, maestri più o meno illuminati, ma il metodo è questo. Mantra, rituali complessi, mirano sempre a quello stato e cercano un modo di fissarlo. Bisogna cercare di permanre finchè tutto resta stabile, senza sforzo. Lavorare con costanza e fermamente. Questo è il dono più grande ed è gratis come deve essere. Il prezzo è nello sforzo per raggiungerlo e la gioia nel diffondere ed irraggiare quella luce naturale che è la nostra natura più vera e profonda.

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