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    venerdì 13 luglio 2012

    FIGLI

    Forse peggio di aver figli è avere figliastri... ci si trova ad essere genitori senza però i privilegi e i piaceri della cosa... è più il puro carico, ruolo, però con un velone di ambiguità. Ci sono limiti a quello che si può dire o come si può agire ma tutte le cazzate che essi compiono ricadono sulla tua schiena come se fossero figli. Non c'è l'affetto come per un genitore, ma solo tutta la responsabilitá. Non c'é un giorno di festa particolare o una ricorrenza, ma c'è questo rapporto da seguire e vivere ogni giorno... Ovviamente tutto dipende da come si costruisce il rapporto, ma sempre c'è una mezza ambiguità, quella si ma io non sono... ed è una realtà innegabile. I figli cresscono, ed anche i figliastri, diventano adulti, ma quasi mai davvero indipendenti...
    Vedo come spesso vivono in un mondo mezzo fiabesco aspettando un miracolo che ne cambi la vita. Vedo come ogni istante sia un frenetico chattare di cellulare, non oso immaginare quali bestialità... essere arcigni ed acidi critici della società, del mondo del lavoro senza aver mai lavorato neanche mezza ora o senza mai aver provato cosa sia davvero impegnarsi in qualcosa duramente... però si a parole... si quante parole.
    Poi già a chiudere il proprio futuro, imparando spesso solo i difetti e quasi mai i pregi... Forse sono troppo duro, forse solo deluso, forse ho solo visto che senza quella grinta, quel fuoco che brucia li sotto, non importa verso quale scopo lo si direzioni, senza quello non si otterrá molto nella vita.
    Poi mi chiedo se ho ottenuto della vita quello che volevo... e mi accorgo di si. Quella conoscenza, quella consapevolezza che cercavo l'ho trovata. Però alcune cose continuano a farmi soffrire, alcune cose continuano ad irritarmi, ... è parte di essere vivi, ancorati con il tutto, con un ruolo, consapevoli che non sia tutto, ma solo un ruolo, consapevoli che anche le catalogazioni dei ruoli non sempre sono così nette, ma ci vuole tempo per comprenderlo, viverlo. E non si sá come comportarsi a volte, e alcuni metodi per cercare di dirigere insegnare qualcosa ai figli figliastri a volte servono altre volte no. Sono altri noi stessi, a volte differenti, a volte devono fare molti errori per comprendere, a volte si vorebbe evitassero di compiere alcuni in cui si è caduti, o che si stanno essi stessi creando poco a poco, ma come Cassandra insegna non sempre si è ascoltati, compresi... E questo continua ad essere il gioco della vita. Spesso ci si trova in mastodontiche dantesche imprese, in cui tutto lo sforzo sembra cadere nel nulla... più grande lo sforzo ed il sacrificio.. e la mete sempre respa un passo più avanti... Ma anche questo è il gioco della vita ed ora non tanto lo speculo filosoficamente lo vivo ogni istante, consapevole...
    E così ricordo come alcuni insegnamenti del karma yoga siano davvero importanti... comprendo che il vero agire è per agire, liberi, anche dal risultato, anche dal sucesso, anche perchè sempre e comunque il gioco continua... questa ruota sempre in movimento, e giorno dopo giorno si è sempre maggiormente consapevole di quaclosa pr la grazia stessa di viverlo... un vivere che non sempre `così gradevole, facile, ma il cui vero gusto è solo vivere  e si morire sentire i lcambiare e trasformarsi delle cose sempre più consapevoli degli attimi, della lora pienezza, di tutte le loro sfumature,... e i ruoli si cambiano.. tutti danzanti introno al fuoco della vita... al fuoco che siamo noi... e i veli delle illusioni si mostrano per ciò che sono.

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    La risoluzione è accettarli come figli, poi tutto sempre è solo una questione di ruoli.

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