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    mercoledì 1 febbraio 2012

    TAOISMO E I TRE GIOIELLI

    La bellezza del taoismo é proprio nella sua flessibilitá, che guarda a caso é anche parte della essenza del suo insegnamento. Tre sono i suoi gioielli, principi, forse la unica vera parte dottrinale : compassione, semplicitá ed umiltá (a volte la traduzione cambia un pó, come sempre trasportare termini e concetti di altre lingue e culture nella proprio non é sempre cosí semplice). Tutto é sempre mutevole, tutto ha un significato. Una vita semplice, senza troppe strutture a vario livello che ci complicano l'esistenza e non ci permettono di essere noi stessi, felici, semplici, realizzati, ma ancor piú il tao stesso, é la chiave di tutto. Difficile, peró non impossibile. Porsi troppi limiti ci non ci aiuta, ma anche lottare per qualcosa troppo fuori dalle nostre portata e dalla nostra via, non ci porta alla felicitá.
    Mi ricorda la linea di condotta zen di certi linguaggi di programmazione, del rendere semplici le cose (in realtá é stato ispirato questo concetto proprio dalla zen, filosofia non cosí lontana dal taoismo).
    Credo che davvero spesso soffriamo perché lottiamo male e ci attacchiamo alle cose sbagliate. Mi pare che tutti i sistemi filosofici religiosi indichino questo cammino, ma spesso ci perdiamo sulle sottigliezze dei vari metodi e a volte ci pasticciamo maggiormente l'esistenza. 
    Altro concetto importante é che si si comprende e si sá accettare la natura, beh tutto sempre si sistema, ma ogni meta é un passaggio ad un altra forma ed altri cambiamenti (il divenire).
    Alcuni di questi concetti sono presenti anche nel cristianesimo.
    La vocazione che ciascuno di noi ha, la volontá di dio e la provvidenza.
    Esiste anche l'imperscrutabile aspetto divino. Quello che spesso accade con le religioni é che si strutturizzano e a volte si fossilizzano in certe forme, e i tempi cambiano, le forme cambiano. A volte hai un ritorno, magari spesso, ma con qualcosina di differente da un lato. Accettiamo la relativitá di ognicosa ed il cambio. Anche Aleister Crowley, con il suo sistema thelemico, della ricerca della vera volontá (il vero scopo della vita di ogni uomo e donna) si rifá a queste idee. Parte delle rivelazioni di Crowley, come per tutti, sono state sincronicitá (come il ritrovamento della stele, certe visioni); tutto ció é stato il suo cammino, e solo lui sá se lo realizzó o no.
    Ognuno di noi puó arrivare a costruire un suo metodo, o magari devo proprio farlo, senza necessariamente creare nuove religioni o filosofie, o magari si, dipende se é nel suo cammino. Manco é un suo merito. Merito di che? É solo il tao, che segue il suo corso, la volontá di dio che si compie. Se si segue la corrente tutto é armonioso, se ci si oppone, sará tutto piú difficile e con sofferenza. Ma quindi uno deve fregarsene della vita degli altri? Si e no. Anche nel induismo solo il guru si porta il karma del suo discepolo, cosí anche la caritá cristiana parla di dare quello che si puó dare, san martino taglia metá del suo mantello per darlo al povero, l'avesse dato tutto magari sarebbe morto egli stesso di freddo. Il punto come sempre, che tutto dipende e si a volte puó essere una scusa , altre volte puó essere vero.
    Un giorno una persona vinse la lotteria. Ovviamente la sua vita cambió. Era un venditore di frutta, nella strada. Allora inizió a spendere in feste, regalare cose, compró due negozi, credo fossero bar, in 5 anni perse tutto. Si ritrovó in strada, solo, ed alcolizzato. Non voglio fare morale spicciola, ma la fortuna stessa, se non sappiamo come sfruttarla, non é detto ci dia felicitá e comunque puó essere anche solo per poco tempo. Siamo molto presuntuosi a volte e non consideriamo le mutevolezze del tutto. Anche l'impero romano é crollato.

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