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    venerdì 11 gennaio 2013

    JNANI YOGA


    La sintesi dello jnani yoga, lo yoga della conoscienza, è semplicemente che conoscendo e comprendendendo davvero come solo le cose, si diventa liberi.
    Principalmente è conosciuto sempre tramite l'advaita, anche se è presente in ogni metodo religioso, e si basa su introspezione ed indagine filosofica.
    Ciò che lo differenza, almeno nel advaita dalla filosofia pura, da un lato, è cercare di non cadere troppo nella speculazione e di essere messo in pratica, deve portare dei cambi in qualche modo. Non è tanto un discutere sui colori delle magliette di una squadra di calcio, è piuttoto comprendere che formazione sia migliore mettere in atto in una partita di football dove il team che alleno deve giocare e farlo.

    Ogni pratica può renderci la vita più complicata ed aumentare i nostri errori (per errori, parola che non amo, intendo rallentamenti nel percorso del conoscere profondamenta la nostra natura, conoscenza che deve essere diretta).
    A volte troppa spiritualità crea solo un bagaglio di impiccio peggiore. Potrei provare queste estasi in questo modo, immergermi solo nel piacere, oppure rifare tutte questa pratica altre volte, o rimanere sempre attaccati a paure e speranze, o sempre alla ricerca di qualcosa che è puramente inventato dalla mia mente.
    Credo che accettare la complessità del esistenza e dirigersi verso la semplicità e l'essenzialità sia un sentiero utile, almeno fino a quando non si realizza un certo distacco dalle cose (tutte le cose) e se proprio non è così perfetto, attaccarsi al essenziale. Ricordo sempre un vecchio istruttore di karate che mi ripeteva poche tecniche, semplici, ma ben applicate, con costanza, in modo naturale, con forza, determinazione.

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