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    domenica 9 dicembre 2012

    REALIZZATI O NON REALIZZATI?


    Se questa domanda sorge, è perchè siamo ancora nel dubbio e non abbiamo accettato del tutto ciò che davvero siamo. Il dubbio non ha nulla di male, anzi e soprattutto dopo tante illusioni, delusioni, è normale che ci sia. Capiamo il perchè di questo dubbio. Non sappiamo accettare che tutto sia così facile? Allora confrontiamoci, cerchiamo di capire bene. La paura, il dubbio, la poco volontà, sono elementi da purificare e superare per poter essere sempre.
    Sono convinto che la beatitudine sia il nostro stato naturale e l'attenzione, l'essere testimoni di tutto, iniziando da noi stessi sia il fondamento.
    È la coscienza, una coscienza che più si eleva ad essere neutrale, pura, più si toglie dagli attaccamenti e rivela
    la sua vera natura universale.
    Ma la mente continua a non capire certe cose, a criticare, a non accettare; direi che è la sua stessa natura di essere ed anche la sua utilità, ma non siamo mente, la mente è uno strumento, una parte, a volte importante per qualcosa, ma non il tutto (oppure si è anche il tutto però solo se presa nella sua totalità).
    È normale che dopo un periodo di austerità, di tranquillità, di meditazione, di sacrifici e sforzi si consegua qualcosa, e magari pure che si realizzi tutto, ma se si passa per estasi gratificanti e piacevoli, chimicamente è normale che ci sarà una compensazione. Ricordiamoci sempre di stà cosa, prepariamoci per questo. Forse è per questo che i saggi parlano di imparare la moderazione, lo smussare il tagliente del taoismo. Misticismo diventa quindi essere partecipe della vita nella sua totalità, nel essere ancora più sensibili alle cose, e per questo che si sente maggiore sofferenza, ma anche maggior piacere. Prima ci si nascondeva dalle nostre voci interiori, dalle cause del nostro dolore rinchiudendoci in qualche fantasia, dando colpa a qualcuno o qualcosa, ma senza vedere davvero; il vero misticismo vede tutto ciò, abbraccia tutto ciò, con amore, un amore che non è tanto sentimentalismo vuoto, compatimento, o si compatimento nel senso di comunione, partecipazione vera, sincera, e và oltre, come la vita che sempre prosegue nel suo processo ma la cui essenza è sempre la stessa, eterna, trascendente, per dirlo in qualche maniera.
    A volte si desira la morte, la fine di un tal dolore in realtà o di un insieme di situazioni dalle quali non sappiamo come uscire, o magari non possiamo uscire, non nel modo che vorremmo. Anche questo è normale: sofferenza, paura. È da vedere, da accettare, da affrontare. Quella è la porta, e qualunque cosa accadrà o faremo la nostra essenza resterà invariata, pura, otre ogni cosa.
    Ho anche scoperto che a volte passiamo ore nella nostra vita a chiederci, ma davvero sono entrato in samadhi? O era solo il preludio? Questo è dio, o genio o angelo? È la mente che lotta per comprendere e l'ego ci si mette o per danneggiare il tutto a suo stile, o per farci credere che si lo è ,egli lo è... Si l'ego lo é come tutto, ma questo non lo vuole capire...
    Diventa tutto solo un folle gioco mentale di autoconvincimento? In parte si, in certe fase, ma quella verità è sincera e pura, e quella tu sei.
    Più si argomenta sul tema, più si mettono in gioco considerazioni varie, più dalla sorgente si arriva ad un fiume, una pozza, e poi si alla fine ci si ricongiunge sempre al mare, ma il percorso può essere più lungo...
    Quante volte abbiamo ripercorso lo stesso tragitto, e magari senza accorgerci distratti dal cammino. Una volta solo guardavamo i nostri piedi, un'altra il cielo, un altra siamo passati di corsa pensierosi, ...
    Ma sempre siamo stati parti del tutto, come potremmo non esserlo, ma meno consapevoli. la vera realizzazione, è essere, vivere, stare qui, ora, pronti a ciò che accade, forti, sicuri o tutto ciò che dovrà essere :)

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